You pagherai, pagherò, You pagherai , già lo so ....segue base senza voce , Adriano La Femina , canzone del 2025 ma il ritornello lo avevo in testa da diversi anni .
Testo musica e parole di Adriano La Femina
Spiegazione della canzone .
L'importanza dell'interiorità e della natura
La canzone sembra suggerire un invito a concentrarsi su ciò che è veramente importante, l'anima e la natura, piuttosto che su cose superficiali. Le prime strofe, come "Cura la tua anima e solamente dopo pensa al tuo corpo, rivivi la natura", spingono a dare priorità alla crescita interiore e a riconnettersi con l'ambiente naturale, contrapponendolo al consumismo, rappresentato dai "centi commerciali".
La critica e la promessa di una conseguenza
Il cuore del brano è una critica aperta a vari tipi di persone:
chi finge di essere buono;
chi si sente "uomo" ma non è in grado di ragionare;
chi si sente "donna" ma non sa confrontarsi;
chi si sente "essere" ma non sa reagire.
La ripetizione costante del ritornello "You pagherai, pagherò, pagherò, You pagherai già lo so, già lo so" suggerisce che ci sarà una conseguenza per questi comportamenti. Non è chiaro se il "pagherò" si riferisca a un'azione che l'autore compirà o a una sorta di destino comune, ma l'espressione "già lo so" trasmette una forte sicurezza in questa inevitabile conclusione.
In sintesi, la canzone sembra essere un inno a ritornare a valori più autentici, un'esortazione a guardarsi dentro e a non perdersi nelle apparenze, con un monito finale per chi non è in grado di farlo.
Il testo sembra voler descrivere non tanto persone specifiche, ma comportamenti e atteggiamenti che l'autore critica.
"A chi si sente buono e non lo è per niente"
Questa frase si riferisce all'ipocrisia. L'autore critica coloro che si mostrano gentili, altruisti e moralmente superiori, ma che in realtà agiscono per interesse personale o nascondono un animo poco onesto. È un'accusa a chi usa la propria "bontà" come una maschera per nascondere la propria vera natura.
"A chi si sente uomo e non sa ragionare"
Questa critica sembra rivolta a chi crede di incarnare le qualità tradizionali della virilità (come la forza o l'autorità), ma manca della qualità più importante: la razionalità. Si riferisce a persone che agiscono d'impulso, senza usare la testa, dimostrando una maturità emotiva e intellettuale superficiale, nonostante si sentano "uomini".
"A chi si sente donna e non sa confrontarsi"
In questo caso, il testo critica la passività o la mancanza di comunicazione. Il "confrontarsi" non è solo uno scontro, ma la capacità di affrontare discussioni, esprimere la propria opinione o risolvere problemi in modo costruttivo. La frase si rivolge a chi, pur sentendosi "donna", evita il dialogo, il confronto e la crescita che ne deriva, rimanendo in una posizione di stallo o di non-azione.
"A chi si sente essere e non sa reagire"
Questa è la critica più ampia e universale. L'autore si riferisce a chi, pur avendo la vita, la coscienza e la possibilità di agire (un "essere"), è completamente inerte. "Non sa reagire" indica una profonda apatia, rassegnazione o mancanza di spirito combattivo. È l'accusa a chi si limita a esistere senza cogliere la possibilità di cambiare la propria condizione o quella del mondo che lo circonda.
In sintesi, le quattro frasi descrivono diversi modi in cui le persone possono fallire nell'essere autentiche, mature, comunicative e attive, comportamenti che secondo l'autore meriteranno una conseguenza, come suggerisce il ritornello.
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